martedì 12 maggio 2009

LEGGI RAZZIALI?

di RANIERO LA VALLE


Quando ero bambino fui colpito da un’invettiva del fascismo che diceva: “Dio stramaledica gli inglesi”. Mi regalarono anche un distintivo dove c’era scritto così. Per quel poco che sapevo di Dio, mi pareva impossibile che Dio potesse maledire gli inglesi che, come tutti gli altri, aveva creato. Forse fu allora che, da Balilla che ero, nel mio cuore divenni antifascista (i bambini possono essere antifascisti).
Oggi il Dio Po non può certo stramaledire gli stranieri. Ma la Lega toglie loro la qualità di uomini: non possono partorire, curarsi, andare a scuola, affittare una casa, viaggiare e avere gli altri diritti fondamentali se il governo non glieli concede facendo loro la grazia del permesso di soggiorno. Altrimenti sono colpevoli di un fatto che solo per gli stranieri costituisce reato: quello di stare in Italia. Ma poiché colpisce gli stranieri di tutte le razze, si potrebbe dire che non sia di per sé una legge razziale. Non si preferisce una razza a un’altra. Una vera legge razziale ce l’abbiamo in Italia, anche questa a causa della Lega, ed è la legge del 29 dicembre 1999 che sarebbe fatta per tutelare le minoranze linguistiche, ma si rifiuta di riconoscere come esistente l’etnia zingara e la lingua dei Rom. La legge Maroni-Berlusconi (su cui quest’ultimo si gioca la fiducia) va invece più in là, perché non riconosce l’appartenenza alla razza umana di tutti gli stranieri, prima del provvedimento amministrativo che gliela conceda. Perciò potrebbe essere chiamata piuttosto legge ammazza-stranieri.

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